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LA CASA ARMONICA
Move from room to room and discover the musical heritage of Campania

THE ROOMS

Access the different areas of the Casa Armonica: let yourself be inspired by melodies, history and groove.

Neapolitan song

It includes the vocal work of the Golden Age from the end of the 19th century to the middle of the 20th century, the background related to the different forms of Neapolitan singing, as well as the following production that adopts traditional models.

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Etno-folk

It includes the traditional oral music cultures of the Campania area and the authorial folk.

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Jazz

Jazz production born, inspired and spread in the Campania area.

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Pop, rock and beyond

It houses the different strands of popular music of the Mediterranean-Neapoletan area, the syncretisms and the new trends.

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null Carosone, l'Americano di Napoli

Carosone, l'Americano di Napoli

«Orgoglioso delle mie radici, creavo quelli che oggi, con maggiore coscienza e quindi minore naturalezza, si chiamano crossover sonori»

«Facendo l’americano aprivo la strada ai vari Peppino Di Capri, Showmen, Pino Daniele, Edoardo Bennato, Almamegretta, 99 Posse, ma, nello stesso tempo, continuavo la tradizione contaminatrice (sembra un paradosso, ma è così) della canzone partenopea», scrive Renato Carosone nella sua autobiografia, spiegando come avesse rinnovato la canzone partenopea, e quindi italiana, trovando il minino comun denominatore tra il pianoforte di Fats Waller e i mandolini dell’orchestra Anepeta.

«Orgoglioso delle mie radici, creavo quelli che oggi, con maggiore coscienza e quindi minore naturalezza, si chiamano crossover sonori», continuava l’uomo di «Tu vuo’ fa’ l’americano»: «Ero un contaminatore che non sapeva niente di villaggio globale o di McLuhan, ma sapeva di dover fare i conti con i codici del consumo di massa, anche su scala internazionale. I miei cocktail, i miei minestroni musicali, quando trovavano terreni di confine da frequentare, pagavano in termini sia artistici sia commerciali, creavano incroci e non sterili ibridi, valorizzavano la specificità napoletana, abilitandola appunto anche al mercato internazionale.

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