Giovanni Coffarelli - Giovanni Coffarelli - Sona
Giovanni Coffarelli
Coffarelli è stato uno dei cantori più rappresentativi dei repertori musicali tradizionali dell’area vesuviana. Le sue straordinarie esecuzioni di voci caratteristiche, canti alla potatora e canti sul tamburo, fissate nelle storiche registrazioni di R. De Simone, sono ancora oggi un “modello” di riferimento. Animato da grande passione e impegno sociale, costituì a Somma, nel Convento dei Padri Trinitari, l’associazione La Paranza, che è stata per anni un laboratorio di cultura e tradizioni popolari, dove sono passati diversi studiosi e musicisti, a cui era legato da rapporti di grande amicizia, dallo Paolo Apolito ad Anna Lomax, da Fausta Vetere a Lina Sastri.
Coffarelli viveva al Cavone, nel centro storico del suo paese, le cui tradizioni sono legate al culto della Madonna di Castello, con il santuario situato sul Monte Somma. Gli appuntamenti principali della “festa della Montagna”, ai quali lui partecipava sempre con grande devozione, sono essenzialmente due, il sabato in Albis detto “Sabato dei Fuochi” e il 3 maggio detto “3 della croce”, in cui diverse paranze salgono sul monte sostando in alcuni luoghi per momenti conviviali e performance musicali. Caratteristico è il rito della perticella, dedicata alla Madonna e donata alla propria donna, intonando dei canti a figliola, di cui lui era fine esecutore.
Nel 1975 volò negli USA, con la Paranza d’’o gnundo, per esibirsi, con altri gruppi folk, allo Smithsonian Institution’s Festival of American Folk life, su invito di Alan Lomax. Ha prestato la sua voce alla colonna sonora del film Immacolata e Concetta di S. Piscicelli (1980) intonando fronne e tammurriata. Ricordiamo poi sue partecipazioni nei dischi della NCCP e in alcuni spettacoli teatrali come la Festa di Piedigrotta e la Festa di Montevergine di R. Viviani, per le regie di R. De Simone e A. Pugliese. Nel 1993 incise con la sua paranza il cd Scennenno d’a Muntagna. Una sua sorta di autobiografia è E’ghiut’ ‘o trano dint’ ‘e fave?, libro curato da Ciro Raia.