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Alan Lomax

Etnomusicologo americano, definito “l’uomo che registrò il mondo”. Figlio del musicologo John Avery, aveva iniziato la sua attività di ricerca, accompagnando proprio il padre nelle ricerche condotte nel sud degli USA, in particolare tra gli schiavi deportati dall’Africa, facendo conoscere artisti blues e jazz come Leadbelly e Jelly Roll Morton. Agli inizi degli anni ’50, cominciò a lavorare per la Columbia ad una collana di lp dedicata alle musiche folk del mondo. Negli stessi anni realizzò a Londra, per il Third Programme della BBC, una serie di trasmissioni radiofoniche. Negli ultimi anni si dedicò principalmente alla pubblicazione di studi, articoli e video.

Dopo le ricerche in America degli anni 30-40 su blues, folk e jazz, negli anni ’50 cominciò un’indagine sui repertori tradizionali di vari paesi europei: dalla Spagna alla Gran Bretagna. Nel 1954 condusse, con la collaborazione dell’etnomusicologo italiano Diego Carpitella, una campagna di ricerca a tappeto sul territorio nazionale, che si concluse nel gennaio del 1955 proprio in Campania, con le registrazioni da lui effettuate in varie località. Ritornato nel 1958 in America, oltre ad altre ricerche nei Caraibi, si dedicò in particolare allo sviluppo di un metodo di analisi comparata di canto, danza e parlato definiti Cantometrics, Choreometrics e Parlametrics.

La sua produzione comprende numerosi dischi, video, articoli e volumi. Tra i dischi ricordiamo in particolare i 18 lp della World Library of Folk and Primitive Music per la Columbia e più di 100 cd della Alan Lomax Collection, pubblicati dalla Rounder Records dal 1997, in cui sono raccolti le sue registrazioni in giro per il mondo. Tra i libri ricordiamo Folk Song Style and Culture (1968), Cantometrics: An Approach to the Anthropology of Music (1976) e The Land Where the Blues Began (1993). Dal 1989 lavorò al suo progetto più ambizioso, il Global Jukebox, un database interattivo multimediale che esamina le relazioni tra danza, canto e organizzazione sociale.