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Gli scavi archeologici della città di Pompei rappresentano i resti dell’antica città romana distrutta nel 79 d.C. dall’eruzione del Vesuvio. Gli scavi iniziarono nel 1748. Oggi la città fa parte del patrimonio dell’umanità dell’ Unesco. Le scoperte diedero alla luce le antiche ville romane di vacanza “otii romani”.
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Pompei fu fondata dagli Osci, con un villaggio in forma stanziale, intorno all'VIII secolo a.C., su un pianoro formato da una colata lavica, poco distante dal fiume Sarno, anche se diverse testimonianze attribuiscono i primi insediamenti umani già a partire dal IX secolo a.C.: durante il periodo osco, il borgo, importante nodo viario, con strade per Cuma, Nola e Stabiae, venne cinto da mura e raggiunse un'estensione pari a 63 ettari. Pompei risentì degli influssi prima dei Greci, grazie alla conquista di Cuma nel periodo compreso tra il 525 e 474 a.C., e poi degli Etruschi, sotto i quali fu costruito il tempio di Apollo; fu conquistata dai Sanniti, che scendendo dai monti dell'Irpinia la posero alle dipendenze di Nocera. Fu proprio sotto questi ultimi che Pompei divenne una ricca città commerciale, con un piccolo fiorente porto e cinta da mura possenti, costruite intorno al 300 a.C..
Conquistata dai Romani nel III secolo a.C., continuò il suo sviluppo di città commerciale, esportando, in tutto il Mediterraneo, olio e vino, di cui era produttrice soprattutto nel periodo del II secolo a.C.: in questi anni si assistette anche a un forte sviluppo urbanistico, con la costruzione del foro, del tempio di Giove, di Iside e della Basilica, oltre a numerose case e ville residenziali. Sotto il dominio romano divenne prima municipium, godendo anche di una parziale indipendenza, grazie all'appoggio fornito durante la seconda guerra punica e poi colonia, col nome di Cornelia Veneria Pompeianorum, a seguito della conquista da parte di Silla nell'89 a.C., durante le guerre sociali.
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I primi scavi nell'area pompeiana si ebbero a partire dal 1748, per volere di Carlo III di Borbone a seguito del successo dei ritrovamenti di Ercolano: i sondaggi furono svolti da Roque Joaquín de Alcubierre, che, credendo di essere sulle tracce dell'antica Stabiae, riportò alla luce nei pressi della collina di Civita diverse monete e oggetti d'epoca romana, oltre a porzioni di costruzioni, prontamente ricoperte dopo l'esplorazione. Le esplorazioni furono ben presto abbandonate a causa degli scarsi ritrovamenti e ripresero soltanto nel 1754; nel 1763, grazie al rinvenimento di un'epigrafe, che parlava chiaramente della Res Publica Pompeianorum, si intuì che si trattava dell'antica città di Pompei.
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Sono relativamente poche le ville d'otium ritrovate a Pompei: queste particolari costruzioni residenziali, a cui sempre veniva aggiunta una parte dedicata alle attività agricole, come celle vinarie, torchi e presse, erano costruite solitamente in luoghi isolati e panoramici, lontano dal centro abitato: Pompei infatti aveva un sobborgo, chiamato Pagus Augustus Felix Suburbanus e riconducibile ai territori delle odierne Boscoreale, Boscotrecase e Terzigno, in cui sorgevano numerose ville di questo tipo, mentre ville propriamente d'otium si ergevano nella zona di Oplontis, altro suburbio pompeiano, e sulla collina di Varano, a Stabiae. Tuttavia sono presenti nei pressi del centro cittadino, appena fuori o addossate alle antiche mura della città, abitazioni di questo genere.
Pompei antica
Scavi archeologici
Ville
Progetto: ARCCA - ARchitettura della Conoscenza CAmpana - ECOSISTEMA DIGITALE PER LA CULTURA