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Le Catacombe di San Gennaro sono antiche aree cimiteriali sotterranee risalenti al II secolo. Rappresentano il più importante monumento del Cristianesimo a Napoli, ed è composto da due livelli sovrapposti. Le Catacombe di San Gennaro, tra le più grandi dell'Italia meridionale, si trovano nell'antico Rione Sanità, ricco di storia, ma anche di povertà. In questo contesto, una rete di giovani del quartiere, nati via via intorno a don Antonio Loffredo e a don Giuseppe Rinaldi ha realizzato il progetto di riapertura delle catacombe nel 2006 dando la possibilità a tutti di visitarle e vederle come le vediamo oggi.
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Napoli è uno degli esempi più lampanti di città in cui la storia può essere ripercorsa attraverso i suoi "strati". Tra la Neapolis greca e la città di oggi non ci sono millenni, ma metri di sottosuolo. Il passato non è messo in una teca o dimenticato, ma fa capolino in alcuni punti della città del presente.
Questa compresenza di epoche ha acquisito sempre più valore nell'economia della città, attraverso l'integrazione di ritrovamenti archeologici in opere pubbliche contemporanee, come ad esempio la stazione Municipio della Metropolitana Linea 1.
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Il mondo sottoterra è il luogo degli antenati non solo in termini di resti archeologici. A Napoli, sottoterra è soprattutto il luogo di sepoltura dei propri cari e d'incontro con le loro anime. Così come i resti si affacciano nella città, anche le anime sono abitanti a tutti gli effetti, poiché il rapporto con l’aldilà fa parte del quotidiano.
Tra modi di dire, devozioni e rituali antichi, il dialogo con i defunti accompagna da sempre la vita della città. Allo stesso modo, i santi sono sempre presenti nella vita quotidiana dei Napoletani, sia che si tratti di intercedere per grazie importanti che per richieste minori. Piccole immagini sacre sono custodite gelosamente nei portafogli, mentre le edicole votive disseminate fra i vicoli sono come piccoli altari.
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Oltre che per l'architettura unica, il sito si contraddistingue per la presenza di un ricco patrimonio pittorico-musivo. Il patrimonio artistico custodito nelle Catacombe va dalle preesistenze pagane del II secolo d.C. alle pitture bizantine del IX-X secolo d.C.
Uno degli ambienti più suggestivi è il vestibolo della catacomba superiore, esso fu decorato all'inizio del III secolo nel cosiddetto stile pompeiano e conserva le prime pitture cristiane del sud Italia. Il luogo forse più prezioso è la Cripta dei Vescovi, che custodisce pregevoli mosaici del V secolo, tra cui quello che rappresenta il vescovo di Cartagine San Quodvultdeus.
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Basta una breve rampa di scale per scendere alle radici del rapporto di Napoli con la fede. Le Catacombe di San Gennaro sono disposte su due livelli non sovrapposti, entrambi caratterizzati da spazi estremamente ampi, a differenza delle più famose catacombe romane. Questo grazie alla lavorabilità e alla solidità del tufo. Il nucleo originario delle Catacombe di San Gennaro risale al II secolo d.C. Si tratta, probabilmente, del sepolcro di una famiglia gentilizia che poi donò gli spazi alla comunità cristiana.
L'ampliamento iniziò nel IV secolo d.C. in seguito alla deposizione delle spoglie di Sant'Agrippino, primo patrono di Napoli, nella basilica ipogea a lui dedicata. Un'unica navata scavata nel tufo, che conserva ancora una sedia vescovile ricavata nella roccia e l'altare con un'apertura, in cui i fedeli potevano vedere e toccare la tomba del santo.
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